Nass El Ghiwane, i Rolling Stones dell’Africa

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Nass El Ghiwane, la Gente della trance o meglio i Rolling Stones dellAfrica, come li chiamò Martin Scorsese. Gruppo musicale storico del Marocco, nato nei primi anni 70 e tuttora in attività.

La storia che si cela dietro ai Nass el Ghiwane ha del magico, il loro stile musicale è inconfondibile, i loro pezzi hanno segnato generazioni e generazioni in Marocco. Siamo nel 1964 a Casablanca, di preciso nel quartiere Hay el Muhammadi, il più povero della città ma anche il più variegato e vivace, ed è qui che L’arbi Batma, Omar Sayed, Boujmi’ e Allal, i membri fondatori del gruppo, si incontreranno e conosceranno. Questo li porterà ad essere ricordati anche come awlad al hay, i figli del quartiere, appunto perché provenienti dal Hay el Muhammadi, nel quale erano anche vicini di casa. Infatti sarà qui che i Nass El Ghiwane matureranno quel senso critico verso la società scaturito da rabbia, frustrazione, abbandono che poi esterneranno nella loro musica, perché come detto prima hay el Muhammadi era un quartiere poverissimo, unenorme bidonville lasciata a sé ma oltre a ciò, sarà anche il luogo in cui verranno a contatto con le prime canzoni arabe classiche, come quelle di Oum Kaltoum o le prime band e cantautori occidentali come i Beatles e Bob Dylan.

Prima di impugnare gli strumenti in mano i quattro debuttarono nel mondo del teatro allinterno della compagnia teatrale di Tayeb Siddiki, un altro personaggio emblematico nel panorama artistico del Marocco. Sarà sul palco che i quattro musicisti affineranno le loro doti artistiche andando ad accrescere il loro bagaglio culturale e soprattutto ad accrescere la loro conoscenza linguistica e luso delle parole che sarà fondamentale nella composizione delle loro canzoni.

A L’arbi Batma, Boujmi’, Omar e Allal si aggiungono Saadi e Tahiri, ora i Nass El Ghiwane sono al completo e nel 1972, grazie alla loro leggendaria esibizione al teatro Mohammed V di Rabat, raggiungono la consacrazione entrando nel mito.

A questa ondata di successo però nel 1974 viene a mancare uno dei fondatori del gruppo, Boujmi considerato il cuore pulsante della band e leader indiscusso insieme a Batma, lasciando dietro di sé un alone di leggenda; a questa notizia si aggiunge anche labbandono di Tahiri e Saadi del gruppo. La morte di Boujmi lascerà una ferita insanabile nei Nass El Ghiwane tant’è che gli verrà dedicata la canzone ‘’Ya Sah’’(‘’O Fratello’’).

Ma lattesa non durerà a lungo, infatti nel 1975 entrerà nella band Abderham Kirouche detto Pacoproveniente da Essaouira che con il suo stile musicale gnawa rivoluzionerà i Nass El Ghiwane conferendo al gruppo un tocco mistico, magico per cosi dire, andando ad arricchire il repertorio musicale della band. 

Ora per i Nass El Ghiwane la strada del successo è spianata e nessuno, neanche il re Hasan II, potrà fermarli. Ricordiamoci che nacquero in un periodo storico del Marocco molto sensibile, infatti in quegli anni salì al trono il re Hasan II a cui susseguì lo scoppio degli anni di piombo del 65 durante i quali il re e il makhzen, listituto governativo marocchino che in quegli anni era sotto il totale controllo di Hasan II, reprimevano ogni forma di rivolta e protesta, visto che le canzoni dei Nass El Ghiwane veicolavano tutta la frustrazione e il dolore del popolo.

Le particolarità che portarono subito al successo i Nass El Ghiwane furono i temi delle loro canzoni e il tipo di linguaggio che adoperarono nei loro testi.
Tra i temi trattati vi erano quelli legati alla sofferenza, alla povertà, alla tirannia ma anche allamore, alla fratellanza, alla tradizionalità e al mondo rurale, come la canzone Al Hassada, dal quale ad esempio L’arbi Batma proveniva, infine anche temi religiosi e dattualità, come la canzone Sabra e Shatila, che si rifà al massacro di Sabra e Shatila del 1982 in Libano. A questi va aggiunta anche la semplicità delle parole utilizzate nei testi, le metafore e gli aforismi che resero le loro canzoni una sorta di poesie cantate che colpiscono allistante l’emotività di chi li ascolta.

Altra peculiarità del gruppo musicale fin dagli inizi fu il crogiuolo di stili musicali differenti con cui composero le proprie canzoni, passando dal ayta, uno stile tipico di alcune zone agricole del Marocco, al malhun, alla musica berbera e a quella gnawaOgnuno di questi stili incarnava anche la provenienza regionale di ognuno dei musicisti, lo stile ayta è tipico della regione Chaouia, dalla quale Larbi Batma proveniva, quello berbero dalla regione Souss, terra dorigine di Omar Sayed e quello gnawa, molto diffuso ad Essaouira, la città natale di Paco. Grazie a queste varianti espressive i loro live erano delle esibizioni uniche nel loro genere tant’è che il pubblico entrava in una sorta di stato di trance per via della loro intensità.

Infine non si possono non citare gli strumenti musicali che caratterizzarono fin dagli esordi i Nass El Ghiwane, infatti ogni strumento, appartenente a una tradizione musicale differente, viene suonato in modo diverso e particolare andando a creare un forte connubio tra il musicista e lo strumento che adopera, un pocome accadeva a Jimi Hendrix con la sua Fender Stratocaster, impossibile immaginare luno senza laltro. Tra questi strumenti figurano il hajhuj, uno strumento cordofono africano molto particolare, il bendir, una sorta tamburo, il tamtam, una variante del bongo ed infine il banjo.

Il fenomeno dei Nass EL Ghiwane ha rappresentato e rappresenta un fenomeno irripetibile capace di affascinare i grandi della musica occidentale come i Beatles e noti personaggi dello spettacolo come Martin Scorsese. La loro musica ancor oggi risuona nelle case della gente e nei vari concerti della band tanto le loro tematiche risultano ancora attuali.

Non ci resta che chiudere con una famosa frase che Larbi Batma, leader del gruppo, disse in uno dei suoi ultimi componimenti con la band, prima di spegnersi nel febbraio del 1997: Ho detto ciò che volevo dire e ora me ne vado”.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                   Di seguito trovate la traduzione e il testo originale della canzone Mahmouma  (tormento), uno dei primi e più famosi componimenti del gruppo:

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Tormento, fratello, tormento

Tormento, questo mondo non è altro che tormento

Un mondo in cui le anime vi sono vessate

I Figli di Adamo sono prigionieri del rimprovero

Il povero nel suo tormento vaga nella notte

Nuotando nei suoi guai tutto agitato

Un altro, stregato dalle proprie ricchezze marcia con superbia

Calpestando la propria risolutezza in luoghi illeciti

Annegando in notti peccaminose

Agnelli sgozzati e ragazze stuprate

Egli non incarna più la modestia, né la fede o la pietà

La Shahada1 è uscita da cuori risaputi

Calici riversati e liquori pregiati

Che cosa ci ha portati a compiere azioni efferate

Le prigioni son piene di bambini vessati

Gli uomini sono morti con lettere sigillate

I mercati sono colmi di merce proibita

Le case costruite con fondamenta avvelenate

Non c’è più dialogo, non c’è più libertà

Fratello mio, la mano del Tiranno sul viso è disegnata

Vola o corvo a gridare che questo mondo è sfinito

Da tempo hanno detto: ”è morto’’2 ma le urla non sono si ancora sprigionate

Tormento, fratello, tormento

Tormento, questo mondo non è altro che tormento

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مهمومـــــة يـــا خيــي مهمــــومـــة

مهمومـــــة هـاذ الـدنـيـا مهمــــومـــة

فيهــا النفــوس ولات مضيـــومــــــــة

ولـــــى بنــــادم عبــــاد الــلُّومـَــــــــة

المسكين ف همومه ساير يْلاَلــِـــــــي

عايــم ف لفقايــص عومـة محمومـــة

شـــي مفتــون بمالــه سايــر يلالـــــي

لايـــح الرّْزَانْ ف قهــــاوي محرومــة

هايــــم ب لقصايـــر وليـــلات تلالـــي

الخرفان مدبوحة والبنات مغرومــــــة

لا حرمـــة بقــــات لا ديــن لاعبـــــادة

خرجت الشهادة من گلوب معلومــــــةmaxresdefault

كيســـــان مكبوبـــة والخمر الغالـــــي

حَيَّانـِــي آش دَّانــَا لفعايـــل مذمومـــة

عمرو لحباسات ب طفال مهمومــــــة

ماتــو الرجـــال ب رسايل ملغـــومـــة

عمرو لسواق ب ردايــــل الفـَــــانِـــي

تبنات لبيوت ب فحايش مسمومـــــــة

نْوّْح ْيا غراب هاد العالم مســـالـــــــي

من زمان گالو مات والنوايح مقيومـة

لا شورى بقات كل افواه مزمومـــــــة

خويا ويد الطاغي عل لوجاه مرسومة                       

  1. Shahada: giuramento di fede nell’Islam.
  2. Frase riferita al re Hassan 2, visto che durante il suo regno subì due attentati riuscendo ad uscire illeso da entrambi.                                                                                                                                              
2017-05-10T10:42:18+02:0029 Ottobre 2016|

One Comment

  1. Nezha 4 Giugno 2019 at 12:08 - Reply

    Articolo meraviglioso e traduzione del brano semplicemente azzeccata.
    Sono marocchina e ho vissuto quasi tutta la mia vita in Italia, in questo momento sto cercando di riscoprire le grandi voci del mondo arabo e faticavo a trovare lavori tradotti in italiano.
    Grazie per questo contributo.

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