Pesci rossi

 

E ti porterei
Ai giardinetti
Dietro l’università
Quelli che scoprii un giorno
Che i grafici
Di economia
Mi perforavano la mente
Come spade
Che colpiscono di realtà
Il cuore di un poeta

E lì lanceremo
Le briciole
Dei nostri cuori infranti
In pasto ai pesci rossi
Che la noia ci farà chiamare
Con nomi altisonanti e sciocchi
Come bambini davanti a un acquario

E butteremo molliche
Delle nostre menti stanche
In pasto al destino vorace.

E farei con te
Cose normali
Passeggiate silenziose
Risate contenute
Niente più avventure

Serate a teatro
Un amore pacato
Un amore da anziani
Un amore da naufraghi
Da sopravvissuti

E poi ti darei la mano
Per unire un filo spezzato
Una melodia stonata
Rattoppare le corde di un violino ammaccato
Riallacciare i nodi di una scarpa rattoppata

E il deserto nei nostri cuori
Dei nostri paesi
Fiorirà di nere rose
Al crepuscolo rosato

Resistenti alle tempeste, alle intemperie
Alla violenza della speranza
Ai tradimenti del futuro
All’illusione della vita
Ai coltelli della monotonia
A cucchiai di agonia

E ci siederemo sui gradini
Sgretolati
Come vecchi innamorati
Muti come i pesci
Che guardiamo pigramente
Mordere i nostri sogni infranti

E attenderei sconsolata
Ma almeno non sola
Almeno con te
Conscia del fatto
Che con te
Anche i giardinetti abbandonati
Si trasformeranno nel più bello dei ricordi

Conscia del fatto
Che l’amore lascia sempre un segno
Conscia del fatto
Che poi nella mente incornicerò questo momento

Perché sarà vero che ci sono città che sanno d’amore,
e altre di storia,
alcune di lavoro e altre di memoria,

Ma con te anche Travedona
Si illuminerà delle luci di Parigi
Con te anche la Roggia
Si trasformerà nel Tamigi

E anche il fumo
Anche se non fumiamo
Anche se tossiamo
diventerà fatata nebbia
in cui perdersi e ritrovarsi

E il duro cemento di Milano
Saprà di sabbia al vento
Nel deserto
Ove tendono i nostri cuori
Ove le frontiere si incontrano
E si infrangono

Perché resta un condizionale
Condizionato
All’amarezza della vita
Ai venti che si incrociano
E non si voltano
Ai fulmini che splendono
Ma non ritornano
Alle stelle che brillano
Ma non abbagliano

E all’amore che mi sfiora
E mai affiora
Perché anche in questa poesia
Prendo io l’iniziativa
Quando vorrei che fossi tu
A condurmi alla deriva

 

Di Houda Latrech

2018-06-08T20:39:35+02:0020 Maggio 2018|

Leave A Comment