Recensioni de “La bicicletta verde”

Il film della regista Haifaa Al Mansour palesa chiaramente fin dalle prime scene quale sia il suo intento: fornire un ritratto della società saudita. Caratterizzato da  un ritmo lento ma non troppo il film “La bicicletta verde” (Wadjda il titolo originale) è incentrato sulla figura di una ragazzina e sulla sua volontà di realizzare i suoi desideri e di non conformarsi ai dettami e alle consuetudini della società che la circonda. Simbolo di questa sua presa di posizione è il sogno di voler gareggiare in bicicletta contro un suo amico, impresa ardua per una ragazza visto il divieto morale nel paese per le donne di girare sulle due ruote. Wadjda, così si chiama la protagonista del film, ci accompagna attraverso la sua quotidianità nel vortice che la inghiottisce: la musica, i problemi in famiglia, la figura della madre e la rigidità della preside. Il film, nel suo sviluppo, sembra sfiorare molte tematiche senza però scavare a fondo, rimanendo a tratti un po’ superficiale. Gli ambienti umili sullo sfondo, lontani dalle costruzioni megalomani che si potrebbero immaginare in un paese che vive di petrodollari, svelano l’intenzione della regista di riportare una realtà estranea agli sfarzi ma radicata nella società collocandosi all’interno di un normale quartiere dove la gente comune vive la propria routine. La scena finale, in cui la protagonista sulla bicicletta fa trasparire il suo sollievo, lascia allo spettatore l’amaro in bocca non tanto per la realtà descritta dalla pellicola quanto per la riuscita del film, da cui considerando la materia trattata ci si poteva aspettare qualcosa di più.

Voto da 1 a 10:  6,5

(O.D.)

 

Corri Wadjda, corri!

‘La bicicletta verde’, questo il titolo italiano scelto per il film di Haifaa El Mansour, (‘Wadjda’ nell’originale). Un titolo che coglie nella sua semplicità il forte messaggio che la regista saudita ha voluto trasmettere al pubblico: “quello del forte clima di oppressione in cui vivono le donne dell’Arabia Saudita”.
Wadjda, la protagonista, ci viene descritta come una bambina estroversa, ribelle, che tramite la sua genialità ed innocenza vuole evadere dalla “banale” società in cui vive e ottenere la libertà, simboleggiata da una bicicletta verde. La protagonista escogita tanti modi per poter realizzare il suo sogno, ma senza successo.
Il film è una chiara denuncia della società saudita, una realtà in cui alla donna è imposta la volontà dell’uomo, spesso insignificante e incomprensibile che produce divieti quali quello  di andare in bicicletta.
Salta all’occhio come nell’opera, seppur caratterizzata da tematiche positive, vi siano aspetti negativi quali le banalizzazioni eccessive e le sfumature illogiche di alcuni personaggi. Un esempio su tutti, la preside della scuola che appare come simbolo di rigidità e di contraddizione in particolare nelle scene a sfondo religioso.
Nel complesso, la regista è riuscita nel suo intento, e cioè  quello di dare una speranza all’emancipazione femminile partendo da una bicicletta, simbolo di spensieratezza, naturalezza e soprattutto libertà.

(A.M.S.)

2018-11-19T19:55:29+01:0017 Marzo 2015|

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